In principio fu Radio Monte Carlo. Cominciò le trasmissioni in italiano nella primavera del 1966: al microfono dj-animatori (come Awanagana, Robertino, Ettore Andenna) che si fanno chiamare solo per nome e un ritmo sconosciuto alla radio pubblica. La sua influenza sulle radio libere italiane sarà enorme. La prima nasce nel 1970, si chiama Radio libera Partinico e dura solo 27 ore prima che la polizia la chiuda. E subito molte altre sfidano la legge che assicurava il monopolio alla Rai: Radio Potenza Centrale, attiva tuttora, che trasmetteva da un’automobile mai parcheggiata nello stesso posto, Radio Bologna, fondata da Roberto Faenza, la Radio Parma di un giovanissimo Mauro Corazzi, oggi Platinette, Radio Milano International con le voci di Gerry Scotti, Claudio Cecchetto e Albertino. Alla fine del 1975 sono oltre cento le radio pirata che danno vita alla straordinaria stagione di iniziative ricordata come dei “cento fiori”. La legalizzazione arriva il 28 luglio 1976 con la sentenza della Corte Costituzionale che di fatto libera le frequenze e dà il via al boom delle radio libere in tutta Italia.
A celebrare i trent’anni di vita delle radio libere sarà una mostra itinerante, organizzata dalla società Minerva eventi di Bologna, che, dal 30 settembre al 15 ottobre, con il patrocinio della Provincia di Modena, farà tappa alla chiesa di San Paolo a Modena. L’esposizione racconterà la storia delle radio in FM attraverso fotografie, suoni, immagini, musica, jingle, sigle di apertura e chiusura dei programmi, filmati, oggetti, materiali storici, strumentazioni e ricostruzioni d’ambiente. Una galleria cronologica consentirà di ripercorrere questi ultimi trent’anni rivivendo i più importanti avvenimenti che hanno avuto come contesto la radio, mentre la personale fotografica di Andrea Samaritani condurrà i visitatori all’interno dei più ascoltati network italiani. Una sezione della mostra sarà dedicata alla storia, alle esperienze radiofoniche e ai personaggi locali più noti, fin da quando erano dei semplici “ragazzi della porta accanto” che trasmettevano in stanze rivestite con i cartoni delle uova, seduti sul pavimento, con un giradischi e un trasmettitore. Attraverso di loro verrà raccontata la storia delle radio libere modenesi: da Carlo Savigni, fondatore di Modena Radio City che si incatenò al trasmettitore quando la polizia tentò di farlo chiudere perché le frequenze della radio disturbavano l’aeroporto di Bologna, a Enrico Gualdi di Radio Bruno che, con il filo in mano, faceva da massa per sovrastare i fruscii che disturbavano la trasmissione, a Enzo Natali, oggi a Radio Stella, geniale creatore di programmi che era arrivato a organizzare una caccia al tesoro in aereo, fino alle storie della mitica Punto Radio di Vasco Rossi, morta giovane perché i ragazzi che la animavano sarebbero diventati musicisti che, nel 1976, secoli prima della Gialappa’s si era inventata “Porci con le antenne”, una trasmissione in cui facevano sentire le altre radio parlandoci sopra e commentandole.
Storie di radio e di persone che sono cresciute insieme alla città, a volte anticipando i cambiamenti, a volte megafono di rivoluzioni. Ma soprattutto storia di uno strumento pieno di fascino ascoltato ogni giorno da 37 milioni di italiani.